Novate nel Contado della Martesana

Il primo, più antico documento che ricorda Novate, è una pergamena, datata Trenno 17 marzo 877, che si trova conservata nell'Archivio dei Canonici della basilica di S. Ambrogio di Milano.

Descrizione

Il primo, più antico documento che ricorda Novate, è una pergamena, datata Trenno 17 marzo 877, che si trova conservata nell'Archivio dei Canonici della basilica di S. Ambrogio di Milano. Si tratta di un atto notarile, redatto da un certo notaio Dominator, che contiene il verbale della presa di possesso di alcune terre di Novate, da parte di due sacerdoti della basilica di S. Ambrogio di Milano, la quale le aveva ricevute in eredità da un certo giudice Averolfo.

In quel tempo, Novate, dal punto di vista religioso, faceva parte della cosiddetta Pieve di Bollate. Le pievi, come forse è noto, sorsero in Lombardia verso la metà del secolo V, come le prime circoscrizioni territoriali religiose dell'antichità; circoscrizioni che, di norma, si identificavano e si sovrapponevano a preesistenti distretti territoriali, celtici o romani, di natura politica o amministrativa.

Dal punto di vista politico, Novate faceva invece parte del contado della Martesana. A questo riguardo sembra utile ricordare che il contado era una vera e propria circoscrizione territoriale, di natura politico-amministrativa, in cui venivano ripartite tutte le terre agricole, che in quel tempo attorniavano la città di Milano. In particolare, il contado della Martesana, comprendeva all'incirca tutte quelle terre situate fra Milano ed il Lago di Como.

Pur dipendendo politicamente dal contado della Martesana, Novate, se pur molto indirettamente, aveva peraltro certamente risentito delle movimentate vicende politiche che si maturavano nella vicina città, assoggettata, via via, nel tempo, ai conti Carolingi (840), al governo del conte associato all'arcivescovo (964), al governo comunale (1065), alla signoria dei Della Torre (1240), ed a quella dei Visconti (1277).

Peraltro, in numerosi documenti notarili del X e dell'XI secolo, Novate viene costantemente denominata come un "vicus", ossia come un borgo agricolo periferico; "vicus", che si contrapponeva al "pagus", ossia al centro urbano che stava a capo della pieve, che era Bollate.

Proprio in questo lungo periodo storico, due dati particolarmente interessanti per la storia di Novate: in un atto notarile redatto a Novate nell'aprile dell'anno 1042, risulta contenuta la prima, più antica testimonianza dell'esistenza, in quel periodo, di una chiesa dedicata a S. Protasio, che costituisce il primo ricordo della nostra chiesa parrocchiale; in un atto di vendita di alcune terre, redatto a Milano il 2 dicembre 1234, figura invece, per la prima volta, il ricordo di un Pietro da Novate, che costituisce forse il più antico ricordo di un membro di questa antica e illustre famiglia lombarda, che ha tratto nome ed origine dalla nostra terra. Lo stemma di questa famiglia (miniato per la prima volta nel Codice Trivulziano del XV secolo, conservato nella biblioteca del Castello Sforzesco di Milano), è costituito da sei fasce orizzontali gialle e rosse, alternate, sovrapposte da una banda trasversale azzurra, caricata dalla figura di un leone d'argento. Proprio da questo antico emblema araldico è stato ricavato l'attuale stemma del nostro Comune.

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Pagina aggiornata il 02/05/2024