venerdì 29 marzo 2024
sabato 29 marzo 2014 Ore 19:00
"Ho immaginato di vedere la Terra come la vedono gli astronauti: un meraviglioso pianeta blu che si staglia luminoso nell'universo portando con sè la vita e la luce."
"TIAMAT" è il nome con il quale gli antichi Sumeri chiamavano il pianeta Terra prima che l'uomo lo abitasse, e prima del suo impatto con il pianeta Marte.
Tale collisione avrebbe determinato il distacco di una grossa porzione del nostro pianeta, creando di fatto la Luna, il nostro satellite.
Oggi gli scienziati astrofisici hanno accertato e confermato che questo evento si verificò realmente in un lontano passato: più di quattro miliardi di anni fa.
La civiltà sumera non solo descrisse lo scontro fra i due pianeti, ma era a conoscenza del nostro intero sistema solare, senza avere il supporto degli odierni strumenti tecnologici.
In una loro famosa tavoletta, vengono raffigurati chiaramente il nostro sole e tutti i pianeti facenti parte del sistema, alcuni tra i quali furono scoperti solo nel secolo scorso.
Ma com'è possibile che i Sumeri sapessero tutto questo, più di seimila anni orsono?
I Sumeri riportarono nelle loro tavolette cuneiformi (da tempo tradotte) che tali conoscenze gli furono tramandate da una civiltà venuta dallo spazio; precisamente dal pianeta Nibiru, anch'esso presente nel nostro sistema solare, ma invisibile ai "nostri occhi" se non ogni 3.600 anni.
Concettualmente, quindi, l'opera rappresenta il nostro pianeta Terra, prima che l'uomo lo abitasse e operasse nel tempo un attacco sistematico e sempre più invasivo al grande essere che ci ospita da sempre.
La mia visione nell'opera è quella di un pianeta ancora vergine, non pienamente formato, su cui fioriscono i primi segni di vita.
Ho supposto che la sfera del pianeta fosse inscritta in una piramide immaginaria.
La trave di sostegno del pianeta rappresenta proprio un lato di questa piramide. Le piramidi da sempre sono simbolo di perfezione geometrica e matematica, oltre che il grembo di antiche civiltà, e grande mistero.
L'inclinazione della trave che tiene in sospensione la Terra , è di 52 gradi.
Tale inclinazione non è casuale. Grazie ad essa, infatti, l'altezza della piramide sta in rapporto al suo perimetro come nel cerchio, il raggio sta in rapporto alla circonferenza stessa, secondo la formula ½ π (mezzo pigreco). Questo rapporto matematico è considerato la perfezione artistica nella geometria.
La matematica con le sue branche è l'unico possibile linguaggio futuro grazie al quale potremo comprendere i segreti dell'universo.
Einstein diceva che "la cosa più bella con cui possiamo entrare in contatto è il mistero. La sorgente di tutta la vera arte e di tutta la vera scienza."
Ciò significa che tutto ha un senso preciso ma che sfugge ancora alla nostra conoscenza. Credo che i nostri occhi non possano vedere la realtà per come è, ma solo ciò che la vista ci concede.
La mia speranza è che l'opera possa indurre l'osservatore ad una riflessione.
Viviamo tutti su questa meravigliosa sfera inserita in un sistema solare, come milioni di altre sfere inserite in altrettanti sistemi stellari che affollano l'universo.
Siamo una giovane civiltà che non conosce ancora lo spazio, il tempo e soprattutto la luce, in cerca di un significato da dare al nostro transito terrestre.
Gli uomini non rispettano il pianeta che li accoglie come ospiti, rivendicando il loro potere su un territorio che di fatto non gli appartiene, e distruggendo la natura circostante che li tiene in vita.
Mi auguro che quest'opera possa essere uno spunto a riflettere e capire che dovremmo rivedere profondamente il nostro comportamento, per poter salvare i futuri abitanti della Terra e la Terra stessa.
Ho immaginato di vedere la Terra come la vedono gli astronauti: un meraviglioso pianeta blu che si staglia luminoso nell'universo portando con se la vita e la luce.
"Non vi sono mondi, ma modi diversi di percepirli."
Ufficio Cultura 02.35473272/309
Ultimo aggiornamento: lunedì 31 marzo 2014