sabato 20 aprile 2024
martedì 7 marzo 2017 Ore 10:00
Liberamente ispirato a Un amico per Dragone di Dav Pilkey Drammaturgia e regia: Monica Mattioli e Monica Parmagnani Con Monica Mattioli e Alice Bossi Scenografia: Luca Fontana Disegno Luci: Cinzia Airoldi Spettacolo dai 3 ai 7 anni e famiglie Questa è la storia di un piccolo dragone che è al mondo "solo". È strano il nostro piccolo dragone. O forse strano proprio non lo è: si porta dentro al cuore la convinzione che esista al mondo un altro con cui dividere lo spazio, il tempo, il gioco, i suoi pensieri. Ed è convinto che l'incontro con l'altro lo farà stare bene: sicuramente meglio dello stare da solo. Quest'altro in verità lui non sa come possa essere però vuole trovarlo e averlo accanto, per colmare il vuoto, il buco, l'ombra che non riesce a prender forma. Ed è perciò che non si trattiene e parte, per andare verso l'ignoto a braccia spalancate. TRAMA Drotto, il dragone, viaggia trasportato da un palloncino alla ricerca di un amico. Incontra strane creature con le quali cerca invano di entrare in relazione. Quando ogni speranza sembra perduta ecco, sul suo cammino, una mela, la prima che lo chiamerà col suo proprio nome. Per Drotto questo è il regalo più bello della sua vita. Torna a casa e da quel momento la mela sarà sempre con lui. Giocheranno, si ascolteranno, staranno in silenzio, dormiranno e si sveglieranno insieme. Ma arriva un punto in cui a Drotto la mela appare un po' ritrosa e non gli parla più. La mela in realtà non aveva mai parlato: uno scherzo aveva indotto Drotto a credere che la voce che al momento del loro incontro, pronunciava il suo nome fosse della mela. Ma Drotto è convinto che la mela stia poco bene, si preoccupa, e nel momento in cui va a cercare qualcosa per curarla, un tricheco affamato passa di lì e se la mangia fino al torsolo. Per Drotto è un'amara e triste sorpresa. La copre, la scopre, tenta disperatamente di riportarla in vita. Ma non c'è niente che possa fare. Allora un gemito gli sale dal profondo. Sotterra il torsolo, si affaccia alla finestra e lì rimane per lungo tempo triste e nuovamente solo. Intanto i giorni e i mesi passano e Drotto torna piano piano a vivere. E dopo l'autunno, l'inverno e laprimavera giunge l'estate: un albero cresce proprio dove Drotto ha seppellito la sua mela. Sui rami son spuntate tante nuove mele. TEMATICHE E RIFERIMENTI ALL'ESPERIENZA DEL BAMBINO Il bambino, che si affaccia al mondo, muove i suoi primi passi andando a ricercare cose che ancora non conosce: attraverso il contatto e la prossimità, stabilisce una relazione con ciò che gli è attorno, e attraverso essa conosce e apprende. Anche il nostro protagonista, un piccolo dragone è attratto fatalmente da ciò che lo circonda. Egli conosce il mondo attraverso uno spontaneo e naturale atteggiamento grazie al quale egli dona agli altri ciò che possiede, e al contempo desidera intimamente ricevere a sua volta, per essere riconosciuto e per sentirsi parte di una relazione di amore. Drotto, il nostro protagonista, nel suo viaggio porta con sé tante cose, per farne dono all'amico che spera di poter trovare: un amico di cui non conosce aspetto, in cui poter riflettere il proprio essere speciale e unico. Le creature che incontra e sfiora occupano porzioni di spazio, emettono suoni, producono rumori per un tempo breve ma sufficiente a illudere il dragone d'essere chiamato, riconosciuto. Sperimenta con ognuno un diverso punto di contatto: giocare, stare abbracciati, ridere, volare…ma poi le creature spariscono, per nulla disposte a uscire dal loro guscio e mettersi in relazione. Drotto fa esperienza dell'attrazione, dell'indifferenza, del respingimento e continua a cercare; desidera talmente un amico e d'essere chiamato che appena gli vien fatto credere per scherzo che una mela parli e lo saluti pronunciando il suo proprio nome, egli è immediatamente certo che questa mela sia l'amica che ha cercato tanto. Poco importa se poi la mela si comporti come mela. L'illusione è più tenace di qualsiasi verità. Il dragone proietta su di lei tutta la sua vitalità, i suoi bisogni, i suoi pensieri, il suo bisogno di tessere il suo mondo in due. Come il bambino confida totalmente nel suo orsacchiotto o nell'amico immaginario, per Drotto la mela non è inerme, esiste nel suo sguardo, nella sua attenzione ed egli sente di esistere e gioire perché dalla mela è ascoltato e da lei ha ricevuto "il dono più bello della sua vita": l'essere chiamato. Ma come vuole la vita, Drotto sperimenterà anche il dolore dell'abbandono: la mela morsicata da un tricheco di passaggio non sarà più la stessa. Non sarà più l'amica accanto. Fino a che, un giro di stagioni ancora, il maturare di mele rosse sopra gli alberi e tutto si riaprirà alla vita, un passo avanti. LA SCENOGRAFIA Dei rami veri si ergono lungo il perimetro della scena: con foglie rosse, poi completamente spogli, poi bianchi di neve e infine con boccioli colorati disegnano le quattro stagioni in cui si dipana il tempo del racconto. La casa del dragone, da cui parte e a cui ritorna, è una finestra-cornice che si alza e abbassa a mano rimanendo sempre in scena. Entrano inoltre, nel cantone della casa, due sedie e un tavolino solo quando vi approda Drotto con la mela. La carta con la quale Drotto inventa forme, rifinisce la sua casa: di carta son fatte in parte le sedie e la tenda. La carta è l'elemento che contrassegna la casa del dragone e contamina l'ambiente esterno. La scenografia è essenziale. Le creature che entrano a popolare la scena animano veri e propri quadri che sembrano nascere da un sogno surrealista. La mela è una mela vera. FONTI Un amico per Dragone di Dav Pilkey
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Ultimo aggiornamento: mercoledì 25 gennaio 2017